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noi che andiamo a cercarcela...

6/10/2015

4 Comments

 
Immagine
Vi è mai capitato di sentire qualcuno dire; “se la sono andata a cercare”.
A me si, e non poche volte…

L’ultima risale a pochi giorni fà. Un amico organizza una cena, io non conosco nessuno dei suoi amici e durante l’aperitivo salta fuori che io “scalo le montagne”, e da qui il disastro più totale.
La prima parte con le solite domande; “ma non è pericoloso? Non hai paura di cadere?”
Poi qualcuno mi chiede se vado in montagna con altra gente o da solo, senza pensarci dico la sana verità; “sia con altri, sia da solo” 
Errore madornale!!
Fioccano domande e inquisizioni; “ma sei matto?!  e se stai male? Se cadi e ti rompi una gamba? ma almeno avverti qualcuno di dove ti trovi?”
Poi, non si sa come, il discorso passa agli incidenti in montagna degl’ultimi vent’anni, fino alla fatidica frase pronunciata quasi con disprezzo; “si ma loro se la sono andata a cercare…”
Non perdo tempo soffermandomi sulla mia reazione e su quello che ho detto…

Son abituato a sentirmi dare del pazzo, dell’incosciente, ecc…  ma son frasi che non mi fanno ne caldo ne freddo…
“andarsela a cercare” invece mi ha sempre dato un certo fastidio, sembra quasi che con questa frase la gente voglia dimostrarti che praticare l’alpinismo è come disprezzare la propria vita, senza capire che invece è l’esatto opposto!

Chi siamo noi per giudicare un'altra persona senza sapere nulla di lei?
Ma soprattutto che cavolo te ne frega a te, che di montagna non ne capisci una sega e che probabilmente non ci sei neanche mai stato, se qualcuno vuole vivere la propria vita appesa ad un filo?
E chi sei per decidere chi se la va a cercare e chi no? Chi sei?

Mi viene in mente un esempio…
un paio d’anni fa lessi un articolo che parlava di due alpinisti travolti da una valanga, in fondo alla pagina, un ragazzo commentava così;
 “beh ovviamente questi due se la sono andata a cercare, andare così in cerca di pericoli, che idioti!”
Tentato all’inizio di rispondergli con i più variegati insulti che il mio cervello poteva concepire, alla fine decisi per un'altra strategia;
“scusa ma tu come immagine di profilo hai la foto di Simoncelli, se seguiamo il tuo ragionamento allora anche lui se l’è andata a cercare, in fondo è pericoloso anche correre con una moto… a lui non gli hai dato dell’idiota?” 
Da qui la sua risposta;
“è diverso, la motogp è uno sport serio, l’alpinismo non serve a niente, son solo esaltati quelli che lo praticano”

Il discorso morì là, un detto friulano dice; a l’è inutil insegnà al mus, si piart timp in plui si infastidis la bestie.

Spero che, questo mio piccolo “sfogo”, faccia riflettere chi lo leggerà
in fondo non bisognerebbe mai puntare il dito contro nessuno, solo contro noi stessi… 
Io per primo mi autoinsulto per tante brutte scelte che ho fatto nella mia vita, ma di sicuro la passione per la montagna non è tra queste! Anzi è una delle poche che sento di aver azzeccato!



…chi siamo noi per giudicare gl’altri?

4 Comments
Francesco
6/10/2015 05:58:31 pm

Sono pienamente daccordo...tanto più che quando parli dei due ragazzi morti sotto la valanga, penso ti riferisci a due dei miei migliori amici (una dei due mio compagno di tenda in un spedizione in Cile): tra i migliori alpinisti che ho avuto il piacere di conoscere e con cui ho avuto l'onore di conividere tante belle esprienze, dalle pareti alle semplici grigliate....mi spiace molto tu abbia trattenuto i tuoi insulti.

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Kyt
6/10/2015 08:02:43 pm

Ottima riflessione! Noi abbiamo responsabilità su noi stessi..

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manuel
6/10/2015 08:55:18 pm

...di sti tempi si rischia di più per fare un km in macchina che non 100 m di parete ...

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Claudio
6/11/2015 09:25:38 pm

Secondo me ci sono esperienze che è bello fare in compagnia, altre giuste da condividere col compagno fidato. Certe volte però c' è una spinta interiore che porta a scalare una montagna da soli.Dal mio punto di vista non è disprezzo per la vita anzi significa amarla a dismisura e saperne cogliere un aspetto elevatissimo.
Se mi venisse detto a cosa serve scalare le montagne, tantopiù da soli, risponderei così: " Se volessi essere un amico come gli altri ti direi di non lasciarti prendere da questa passione, avvincente e inebriante dell’ arrampicamento solitario, ma anche io ne ho provato lo spavento ed il fascino. Niente di più bello e più grande”. Severino Casara ad Emilio Comici dopo la sua salita alla grande di Lavaredo per parete Nord in solitaria.

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